Il tratto caratteristico di questo anno formativo appena concluso è stato la grande flessibilità richiesta a tutta la Comunità Educativa del CFP, formatori, allievi e loro famiglie, visti i continui cambiamenti causati dall’emergenza sanitaria nazionale.
L’obiettivo, saldo e consapevole per tutto il corso dell’anno, di non voler abbandonare gli allievi nella loro formazione umana, spirituale e professionale ha spinto ciascuno di noi a rispondere con impegno, attenzione e grande forza d’animo ad ogni riorganizzazione, spesso repentina, dovuta alla variazione dell’andamento epidemiologico.
La formazione totalmente in presenza ha, infatti, ceduto il posto al sistema misto già dai primi mesi dell’anno: la prima riorganizzazione ha visto la trasformazione del planning settimanale dei ragazzi e dei formatori con la previsione di alcuni giorni in presenza ed altri di formazione a distanza. Le ore di attività laboratoriale sono sempre state svolte in presenza ed è stata da una parte una benedizione, perché ci ha permesso di mantenere la relazione educativa con gli allievi, perno centrale della formazione professionale salesiana, dall’altra fonte di preoccupazione, visto l’aumento dei contagi ed il conseguente rischio di quarantene all’interno della comunità. Tuttavia il grande impegno profuso dai formatori nel far rispettare le norme di sicurezza e contenimento previste dai protocolli nazionali, regionali e dell’Associazione CNOS-Fap Regione Lazio, ha permesso di far prevalere il primo aspetto sul secondo e perseguire ciò che Don Bosco ci ha insegnato “il Superiore sia tutto a tutti, pronto ad ascoltare sempre ogni dubbio, o lamentanza dei giovani, tutto occhio per sorvegliare paternamente la loro condotta, tutto cuore per cercare il bene spirituale e temporale di coloro che la Provvidenza gli ha affidati”.
Nonostante il carico emotivo e piscologico a cui sono stati sottoposti, i formatori non hanno mai smesso di essere punto di riferimento educativo e relazionale degli allievi e delle loro famiglie. Il sostegno alle famiglie, in particolare, è stato reso possibile anche dalla raccolta fondi attivata dal Centro per garantire ad ogni nucleo familiare in difficoltà: un dispositivo (PC o tablet) e/o la connessione Wi-Fi per seguire la formazione a distanza, il sostegno socio-psicologico, il sostegno economico per i beni di prima necessità.
Sono stati inoltre apprezzati la cura e l’accompagnamento dimostrati dalla comunità educativa nella gestione dei contagi degli allievi ed il ruolo di mediazione che il centro ha svolto tra la Asl e la famiglia, facilitando le comunicazioni sulle disposizioni da mettere in atto ed allievando il senso di solitudine causato dall’isolamento della quarantena.
L’attenzione integrale alla persona, principio cardine del sistema educativo salesiano, ha guidato la scelta di non rinunciare all’esperienza del tirocinio formativo in azienda, nonostante le chiusure nazionali ci abbiano costretto ad interruzioni e riprese in periodi diversi, convinti del suo valore all’interno del percorso di crescita professionale dei nostri allievi, e la scelta di inventarsi forme nuove per poter custodire il clima di allegria, nel rispetto delle norme vigenti, ancora più necessario in questo tempo caratterizzato da limitazioni che espongono al rischio dell’isolamento, specialmente i giovani.
Ognuno di noi ha contribuito a fa sì che, anche nel tempo difficile della pandemia, il Centro non abbia rinunciato ad essere segno e seme di Speranza.
(La Comunità educativa del Cfp Pio XI)