E’ iniziato, ormai qualche giorno fa, un nuovo anno formativo. Dopo gli ultimi anni un po’ travagliati, e soprattutto confusi e pieni di limitazioni, quest’anno possiamo affacciarci a questa nuova esperienza con una prospettiva “diversa” e una visione più serena.
“Oggi primo giorno di scuola. Passarono come un sogno quei tre mesi di vacanza in campagna! Mia madre mi condusse questa mattina alla Sezione Baretti a farmi inscrivere per la terza elementare: io pensavo alla campagna e andavo di mala voglia. Tutte le strade brulicavano di ragazzi; le due botteghe di libraio erano affollate di padri e di madri che compravano zaini, cartelle e quaderni, e davanti alla scuola s’accalcava tanta gente che il bidello e la guardia civica duravan fatica a tenere sgombra la porta. Vicino alla porta, mi sentii toccare una spalla: era il mio maestro della seconda, sempre allegro, coi suoi capelli rossi arruffati, che mi disse: — Dunque, Enrico, siamo separati per sempre? — Io lo sapevo bene; eppure mi fecero pena quelle parole”.
Questo estratto dal famoso libro “Cuore” di Edmondo De Amicis, scritto più di un secolo fa, alla fine dell’Ottocento, ci riporta al tradizionale primo giorno di scuola. Per alcuni segna un nuovo inizio, per altri segna un ritorno all’ambiente più amato e odiato di sempre: la scuola. Dall’infanzia alla giovinezza, trascorri qui gli anni migliori.
Attraverso laboratori didattici all’avanguardia, allievi ed allieve sviluppano competenze personali come la precisione e l’ordine, l’organizzazione del proprio lavoro e la capacità di sperimentare e di mettere in pratica quanto appreso durante le lezioni teoriche. Si impara ad andare d’accordo con gli altri: formatori e coetanei. Un luogo di fatica e di gioia. L’amicizia, infatti, nasce e si sviluppa tra le panchine, nel cortile, nelle aule, nei laboratori dove ci si incontra e ci si scontra. Insomma, qui si impara a vivere! Questo è quello che accade ogni giorno tra i banchi dei nostri Centri di Formazione Professionale del Cnos-Fap Regione Lazio.
Nei nostri centri, gli allievi, incontrano veri formatori. Un formatore che sa essere una persona può non solo insegnare la sua materia con entusiasmo, ma anche essere in grado di entrare in empatia con i suoi studenti, capire la loro mentalità, sapere come andare oltre i suoi risultati, trasmettergli non solo un concetto, ma anche imparare qualcosa di nuovo ogni giorno da loro stessi.
Allo stesso tempo il formatore scopre che il giovane che gli sta di fronte è affamato di vita e di verità ed è capace di partecipare dando anima e corpo ai consigli che gli vengono offerti. Giovani, che ritornano dopo mesi di attività estive, desiderosi di continuare ad imparare dai maestri l’arte di vivere, di conoscere i segreti che da millenni spingono l’umanità a vedere nella realtà della propria vita, in un mondo meraviglioso di cui il i più piccoli segreti fanno parte, dalla più minuscola particella all'”amore che muove il sole e le altre stelle”.
Tra tutti questi maestri, non possiamo dimenticare il grande uomo recentemente scomparso: Piero Angela, che ha lasciato un testamento spirituale poco prima di morire:
“Cari amici, mi spiace non essere più con voi dopo 70 anni assieme. Ma anche la natura ha i suoi ritmi. Sono stati anni per me molto stimolanti che mi hanno portato a conoscere il mondo e la natura umana.
Soprattutto ho avuto la fortuna di conoscere gente che mi ha aiutato a realizzare quello che ogni uomo vorrebbe scoprire. Grazie alla scienza e a un metodo che permette di affrontare i problemi in modo razionale ma al tempo stesso umano.
Malgrado una lunga malattia sono riuscito a portare a termine tutte le mie trasmissioni e i miei progetti (persino una piccola soddisfazione: un disco di jazz al pianoforte…). Ma anche, sedici puntate dedicate alla scuola sui problemi dell’ambiente e dell’energia.
È stata un’avventura straordinaria, vissuta intensamente e resa possibile grazie alla collaborazione di un grande gruppo di autori, collaboratori, tecnici e scienziati.
A mia volta, ho cercato di raccontare quello che ho imparato.
Carissimi tutti, penso di aver fatto la mia parte. Cercate di fare anche voi la vostra per questo nostro difficile Paese.
Un grande abbraccio
Piero Angela”
Ecco l’augurio per il nuovo anno formativo: vivere con gli altri, vivere avventure intellettuali e dare il tuo piccolo contributo per rendere il mondo un posto migliore!
Come discepoli di Don Bosco, sappiamo bene che il nostro padre fondatore ha svolto un lavoro impressionante per i ragazzi e i giovani, con parole, scritti, fondazioni, progetti educativi, viaggi e incontri con personalità civili e religiose,affinché i giovani potessero cogliere segni più alti nel suo amore paterno. Ha superato tutti gli stereotipi e ha fatto tutto il possibile per raggiungere i cuori dei giovani, di ognuno di loro, perché gli importava di loro.
Don Bosco ha dedicato tutto il suo essere al loro bene, alla loro crescita, al loro sviluppo umano e alla loro felicità, alla ricerca della salvezza eterna. Questa era la visione della vita di suo padre, una visione della vita strutturata in gesti concreti, un modo di dare il massimo per loro fino al giorno della sua morte!
Sarebbe prezioso prenderci questo impegno: ogni giorno imparare qualcosa di nuovo e condividere quanto appreso con gli amici. Così non solo andiamo a scuola, ma facciamo scuola!