“The most basic of human needs is the need to understand and be understood. The best way to understand people is to listen to them” (Ralph G. Nichols).
Come professionisti dell’apprendimento e della formazione, si dovrebbe possedere un talento speciale per capire ed interpretare l’umore di una classe. È qualcosa che si impara all’inizio della carriera e la maggior parte dei docenti pensa di aver imparato l’abilità, anche in un ambiente virtuale. Riusciamo a capire se il nostro pubblico sta ascoltando, e sappiamo quando le persone fingono mentre annuiscono… oppure no?
Quante volte si simula il nostro ascolto, la nostra attenzione, il nostro volto impegnato mentre la nostra mente è impegnata altrove? Quella persona che ha troppe parole da dire prima di giungere al punto può facilmente mandarci nella “Isola che non c’è”. Ricorda il detto di Epitteto: “Abbiamo due orecchie e una bocca in modo da poter ascoltare il doppio di quanto parliamo”.
Purtroppo, molti di noi hanno dimenticato o perso l’arte dell’ascolto. Potrebbe essere che diamo valore alle informazioni che vogliamo condividere più di quanto apprezziamo i pensieri dell’altra persona, oppure potrebbe essere che siamo eccessivamente interessati a condividere l’argomento.
“La verità è che la maggior parte di noi preferisce parlare piuttosto che ascoltare“
Se vogliamo che il nostro pubblico (i discenti) sia un ascoltatore migliore, dobbiamo essere per primi noi stessi ascoltatori migliori. Dobbiamo esercitarci nell’ascolto e cambiare il nostro comportamento prima di poter aiutare gli altri a fare lo stesso.
Essere un ascoltatore efficace è una sfida. Quando si pratica l’ascolto in modo significativo, miglioriamo. Diventiamo professionisti della formazione migliori, leader migliori e discenti migliori.
Ecco alcuni suggerimenti per mettere te, il tuo team di formazione e i tuoi discenti verso un percorso di ascolto migliore.
1. Conosci il tuo tipico stile comportamentale e sii consapevole di te stesso
Come professionisti della formazione, a volte è difficile ricordare che non dobbiamo sempre “controllare” la conversazione. Un buon incontro e facilitazione della formazione a volte significa lasciare che le conversazioni avvengano in modo organico e bidirezionale. Se sentiamo di dover rispondere rapidamente con una soluzione, non stiamo dando agli altri lo spazio per crescere e apprendere.
Di conseguenza, conoscere il nostro stile di comunicazione e le nostre preferenze è importante. Ad esempio, se il tuo stile è direttivo, potresti avere la tendenza a parlare prima e poi ad ascoltare. Se è così, prendi fiato, pensa a quello che vuoi dire e chiediti:
- Quello che voglio dire aggiunge valore alle persone che mi stanno ascoltando?
- Sono a disagio con il silenzio? Alcuni stili potrebbero elaborare le informazioni e il silenzio va bene.
- Sento il bisogno di spiegare di nuovo qualcosa?
L’elaborazione di queste domande ci aiuta a determinare se stiamo ascoltando le parole senza prestare attenzione agli altri segni (ad esempio il tono della voce o le espressioni facciali) che gli altri stanno inviando. Pensare alla tua reazione iniziale, basata sul tuo stile, ti aiuterà a diventare più emotivamente intelligente e ti renderà un ascoltatore migliore.
Inizierai a riconoscere segni come un aumento del battito cardiaco o arrossamento delle guance quando vuoi davvero saltare e/o interrompere il dialogo. Il nostro pubblico vuole che siamo pienamente presenti e reagiamo a loro in base alle informazioni. Se non possiamo leggere i loro segnali e non conosciamo i nostri, non saremo mai in grado di farlo.
2. Scopo e contesto
Spiega al tuo pubblico perché ha bisogno di ascoltare, cosa deve ascoltare e in quale contesto dovrebbe ascoltarlo. In altre parole, prepara il terreno per loro. Il tuo ruolo è ascoltare senza giudicare e chiudere il tuo monologo interno mentre il tuo pubblico risponde all’ambiente, agli scenari e all’argomento.
Separare i fatti dalla risposta emotiva quando gli argomenti sono impegnativi o gli scenari evocano opinioni o reazioni altamente caricate. Parte del tuo successo sarà insegnare al tuo pubblico a fare lo stesso. Sii consapevole del fatto che le tue espressioni facciali la dicono lunga e presta attenzione ai segnali non verbali finché non diventi esperto e padrone delle emozioni.
3. Il feedback è una grande opportunità per ascoltare
Quando si fornisce un feedback, incorpora informazioni sull’ascolto. Usa tutti i tuoi sensi, affidati a segnali non verbali e dai un feedback che dimostri che hai prestato attenzione a qualcosa di più delle parole. Rispondi con informazioni che fanno sentire l’altra persona ascoltata riaffermando qualcosa che ha detto. Mentre discuti del feedback, sii diretto e conciso per rendere più facile per gli altri praticare il proprio ascolto.
4. Utilizzare attività coinvolgenti che promuovono l’ascolto
Inizia chiedendo alle persone di rimuovere le loro distrazioni elettroniche. Quindi, rendi la tua presentazione così coinvolgente da dimenticare che hanno altre cose che accadono intorno a loro. Usa scenari, chat con domande aperte, sondaggi ecc. Indica che sceglierai qualcuno per riassumere ciò che ha imparato alla fine di ogni sezione. Mentre il tuo pubblico chatta e risponde, fai domande, rifletti su alcune delle affermazioni fatte e mostra che anche tu sei coinvolto. La tua energia è importante per loro e quando sei “collegato ed allineato” verso la platea, sanno che stai ascoltando.
5. Continua ad ascoltare
Nel caso della formazione, il feedback che ricevi dopo una sessione è un’altra opportunità di ascolto. Come si comportano le persone? Le prestazioni dei tuoi discenti sono migliorate? C’è stato qualche impatto sugli obiettivi strategici dell’azienda? Per comunicare o agire sui dati, è necessario ascoltarli. Sebbene questo processo non sia l’ascolto nel senso convenzionale, è necessario per l’efficenza organizzativa.
L’ascolto costruisce relazioni migliori e organizzazioni migliori. Ci rende più empatici e più efficaci. Diventare un buon ascoltatore richiede pratica, pazienza e auto-riflessione. Se vuoi sapere quanto sei bravo ora, chiedi a un amico fidato. Lui o lei sarà lieto di dirti la verità; se vuoi ascoltare dipende da te.
Fonte: https://www.diariodellaformazione.it/editoriali/ascoltare-e-larte-perduta-della-formazione-e-dello-sviluppo/