L’IeFP in Europa: analisi ed evoluzione

In conseguenza ai cambiamenti generati nei sistemi produttivi e nel Mercato del Lavoro (situazione  pandemica e la condizione socio-economica instabile), anche il sistema di Istruzione e formazione professionale (IeFP) è stato “costretto” a rinnovarsi per garantire la coerenza con i fabbisogni espressi dal tessuto imprenditoriale. 

Tale cambiamento ha trovato un denominatore comune a livello europeo nell’ambito del cosiddetto Processo di Copenhagen, che vede una cooperazione in materia di Istruzione e formazione professionale fra i Paesi europei con  l’obiettivo di:

-migliorare la qualità e promuovere l’attrattività dei sistemi di IeFP

-incentivare l’apprendimento reciproco 

-sviluppare strumenti per il mutuo riconoscimento. 

Cedefop ha analizzato le evoluzioni nell’ultimo ventennio all’interno dei sistemi formativi dei Paesi membri della UE. I numeri mostrano un’evoluzione che in buona parte segue le principali direttrici di sviluppo rilevate da studi precedenti, in continuità con le traiettorie di cambiamento che viaggiano verso una prospettiva di lifelong learning.

L’obiettivo comune di rafforzare il ruolo della IeFP, in un contesto di grande innovazione tecnologica, ha stimolato la ricerca di una più stretta integrazione con il mondo delle imprese finalizzata ad aumentare l’efficacia degli interventi e l’occupabilità degli utenti formati. 

Tutto questo ha concentrato l’attenzione sui curricula dei percorsi di formazione, imponendo una revisione dei contenuti attenta alle richieste delle imprese. 

Nuovi profili, in un contesto in cui il rinnovamento dei sistemi di produzione e di organizzazione aziendale impone un ampliamento delle attività e delle skills richieste, e nuove competenze professionali necessarie per la gestione di sistemi sempre più informatizzati, sostenute da un più solido substrato di conoscenze e competenze generali.

La revisione è avvenuta in una logica che pone al centro il concetto di competenza, costrutto i cui descrittori sono stati condivisi nell’ambito del processo di referenziazione delle qualificazioni rilasciate dai vari Paesi al Quadro comune EQF5. 

L’approccio competence-based consente, infatti, di facilitare il dialogo con le imprese e la loro riconoscibilità nel ‘prodotto’ della formazione: il curriculum viene costruito sulla base di obiettivi di apprendimento (learning outcomes), espressi in termini di competenze e rispondenti ai fabbisogni del sistema produttivo, rilevati grazie alla elaborazione di strumenti di analisi previsionale.

L’approccio per competenze, inoltre, permette di aumentare il livello di flessibilità del sistema di IeFP e sfruttarne le potenzialità per la personalizzazione dei percorsi, laddove l’offerta si riorganizza in forma modulare. In questo modo, infine, è possibile prevedere strumenti (utili in particolare ai lavoratori adulti) che riducano la durata dei percorsi per il conseguimento delle qualificazioni, attraverso il riconoscimento delle competenze sviluppate in precedenti attività di istruzione/formazione e/o mediante processi di apprendimento non formale e informale. Allo stesso tempo è possibile diluire la partecipazione alle attività formative, rispettando le esigenze extra-lavorative legate agli impegni familiari e alla disponibilità di tempo libero.

Dal punto di vista sistemico, i cambiamenti demografici, l’invecchiamento della popolazione e l’aumento della partecipazione ai percorsi dell’istruzione secondaria superiore e terziaria, le trasformazioni dei sistemi produttivi e nel mondo del lavoro hanno contribuito ad un riorientamento della IeFP verso una prospettiva di lifelong learning.

La necessità di accompagnare la transizione ad una società della conoscenza ha imposto l’ampliamento dell’offerta formativa e la sua differenziazione, al fine di rispondere alle diverse esigenze della popolazione nelle varie fasi della vita, professionale e non (European Commission 2020). 

Con riferimento alla formazione iniziale, ovvero il nucleo più tradizionale dei sistemi formativi europei, le evoluzioni degli ultimi decenni hanno comportato un lento affievolimento del suo ruolo di protagonista. I percorsi di qualificazione di livello secondario superiore, così come i sistemi duali più tradizionali che si collocano nello stesso ambito, sono sempre meno l’asse portante dei sistemi di IeFP. 

Il ventaglio dell’offerta si è arricchito di nuove proposte, con l’obiettivo di accogliere anche i giovani che escono dal sistema di istruzione con titoli di studio di livello più elevato, e si è ampliato a nuovi ambiti economici per tenere conto della terziarizzazione dei sistemi produttivi e della riduzione della domanda di lavoro nell’industria manifatturiera, soprattutto sul livello medio di qualificazione. 

Tale diversificazione delle proposte formative ha stimolato la ricerca di nuove forme di collaborazione fra le istituzioni educative, all’insegna di una ibridazione, basata sulla partnership fra scuole e centri di formazione con le imprese, con le università e altri enti dell’istruzione terziaria, che rende sempre più labili i confini fra le filiere.

Allo stesso tempo, l’innalzamento dell’età media della popolazione e l’allungamento dei percorsi di permanenza nel lavoro, in un contesto di rapida evoluzione tecnologica, spostano gradualmente l’attenzione sulla formazione degli adulti, al fine di consentire l’adeguamento delle competenze dei lavoratori e mantenere l’occupabilità dei disoccupati. 

Cedefop delinea tre scenari per il 2035 che rappresentano una sorta di benchmark condiviso per un dialogo strategico a livello europeo sul futuro della IeFP:

– un impianto pluralistico, in cui trova compiuta affermazione un sistema di apprendimento permanente nel quale i confini fra istruzione generale e IeFP divengono sempre più labili e in cui l’IeFP si configura come sistema di offerta formativa più orientata al mercato del lavoro, articolata su tutti i livelli, erogata da una pluralità di soggetti;

– un sistema distinto e/o individuale, che vede invece un rafforzamento del carattere specifico della formazione professionale, come percorso funzionale all’accesso al lavoro e all’acquisizione di una professione in alternativa all’istruzione generale;

– uno scenario di formazione professionale con un ruolo marginale, orientato allo sviluppo di competenze legate ai fabbisogni a breve e medio termine espressi dalle imprese, mentre il sistema di istruzione rimane focalizzato sull’acquisizione delle competenze necessarie in una prospettiva di apprendimento permanente.